Discussione:
protein rest
(troppo vecchio per rispondere)
Busto Brewers
2004-10-07 13:02:07 UTC
Permalink
Ciao a tutti gli ennegiisti.
Volevo condividere con voi una delle mie ultime pippe mentali. In
particolare si parla di mashing multistep.
Dunque: gli enzimi sono proteine. Noi, facendo lo step a 50°C attiviamo
delle proteasi che, per l'appunto, disintegrano le proteine.
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i maroni
anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In altri termini, la
durata del protein-rest influenza la durata del (o dei) saccharification
rest(s)?
Vabbè, forse è meglio che io torni a lavorare...

TEX dei BustoBrewers
Biffero
2004-10-07 13:48:59 UTC
Permalink
Si dice che non va prolungato oltre i 15 minuti. forse è questo il motivo.

BYEZz


Biffero
Busto Brewers
2004-10-07 14:02:38 UTC
Permalink
Post by Biffero
Si dice che non va prolungato oltre i 15 minuti. forse è questo il motivo.
Più che altro oltre i 15 minuti rischi di cazziare la schiuma, la cui
consistenza è per l'appunto favorita dalla presenza di proteine di grandezza
medio-piccola.

BBTex
Davide Bertinotti
2004-10-07 14:03:22 UTC
Permalink
Post by Busto Brewers
Dunque: gli enzimi sono proteine. Noi, facendo lo step a 50°C attiviamo
delle proteasi che, per l'appunto, disintegrano le proteine.
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i maroni
anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In altri termini, la
durata del protein-rest influenza la durata del (o dei) saccharification
rest(s)?
mah, io non ho mai sentito parlare di questo collegamento. Si tratta
di capire se le proteasi siano selettive o meno...

Saluti

Davide


********************************************
davide bertinotti
http://www.bertinotti.org
********************************************
Busto Brewers
2004-10-07 15:24:28 UTC
Permalink
Post by Davide Bertinotti
mah, io non ho mai sentito parlare di questo collegamento. Si tratta
di capire se le proteasi siano selettive o meno...
Che io sappia non lo sono, tanto è vero che al limite si autodigeriscono.

Ciao
BBTex
giofonti
2004-10-07 14:18:52 UTC
Permalink
In realtà le proteine non vengono disintegrate ma staccate dal
groviglio in cui, come in una unica matassa, si trovano legate agli amidi.
La filtrazione prima della bollitura eliminerà quelle in sospensione
insieme, ahimè, ad un po' di amidi. Pertanto un uso prolungato (oltre i 15
min) del Protein Rest è consigliabile solo per impasti che contengano
cereali ricchi di proteine e a costo comunque di un più basso rendimento
(leggi: successiva saccarificazione un po' ridotta e di conseguenza
riduzione del futuro corpo della birra).

Negli steps successivi lavorano principalmente le amilasi. Entro
certi ranges di temperatura e PH il rendimento si può ottimizzare ed anche
recuperare un po' -con una pausa più lunga poco oltre i 70° C- producendo
più maltodestrne e quindi progettando un aumento del corpo.

Le variabili in gioco sono moltissime ed è vero che ogni
variazione di una fase o di un tempo o di una percentuale ecc. ha
sicuramente delle conseguenze. Ma mai niente è definitivo o senza rimedio.

Saluti

giofonti
Post by Busto Brewers
Ciao a tutti gli ennegiisti.
Volevo condividere con voi una delle mie ultime pippe mentali. In
particolare si parla di mashing multistep.
Dunque: gli enzimi sono proteine. Noi, facendo lo step a 50°C attiviamo
delle proteasi che, per l'appunto, disintegrano le proteine.
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i maroni
anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In altri termini, la
durata del protein-rest influenza la durata del (o dei) saccharification
rest(s)?
Vabbè, forse è meglio che io torni a lavorare...
TEX dei BustoBrewers
Busto Brewers
2004-10-07 15:27:44 UTC
Permalink
Post by giofonti
In realtà le proteine non vengono disintegrate ma staccate dal
groviglio in cui, come in una unica matassa, si trovano legate agli amidi.
Proteine legate agli amidi?! Ma sei sicuro?!
Fino a prova contraria le proteasi sono quelle che scindono per l'appunto il
legame proteico, cioè quello tra due amminoacidi.
Post by giofonti
La filtrazione prima della bollitura eliminerà quelle in sospensione
insieme, ahimè, ad un po' di amidi.
Ma gli amidi non li ho disgregati con le mie potenti amilasi? (prova iodio
negativa)

Saluti
TEX dei BustoBrewers
giofonti
2004-10-08 09:21:55 UTC
Permalink
Post by Busto Brewers
Post by giofonti
In realtà le proteine non vengono disintegrate ma staccate dal
groviglio in cui, come in una unica matassa, si trovano legate agli amidi.
Proteine legate agli amidi?! Ma sei sicuro?!
Fino a prova contraria le proteasi sono quelle che scindono per l'appunto il
legame proteico, cioè quello tra due amminoacidi.
Dicevo, naturalmente, in senso fisico non chimico! La scissione delle
proteine ad opera delle proteasi comporta una sorta di trascinamento con sè
di parte degli amidi avvinghiati alle proteine.
Post by Busto Brewers
Post by giofonti
La filtrazione prima della bollitura eliminerà quelle in sospensione
insieme, ahimè, ad un po' di amidi.
Ma gli amidi non li ho disgregati con le mie potenti amilasi? (prova iodio
negativa)
Le amilasi intervengono a partire dal Protein Rest ed agiscono staccando
prima (beta amilasi) le molecole semplici, a doppio e a triplo legame
(glucosio, saccarosio, matosio, maltotriosio) e poi a temperatura ancora più
alte (alfa amilasi) rompendo in due le lunghe catene amidacee che danno
luogo alle maltodestrine.

Scusa, intendevo dire "un po' amidi" che potenzialmente avrebbero potuto
dare più maltodestrine, quindi nel senso di materia originaria che, a
temperature intorno ai 50° gradi per un tempo più lungo, tende a traformarsi
più in zuccheri fermentabili a scapito di quelle maltodestrine, non
fermentabili, legate (fisicamente!) alle proteine che non vanno in
soluzione, restano in sospensione e vengono poi filtrate portando ad un
corpo più leggero della birra.

Saluti

giofonti
Post by Busto Brewers
Saluti
TEX dei BustoBrewers
L.Serpe
2004-10-07 15:52:20 UTC
Permalink
Gli enzimi sono speciali proteine capaci di catalizzare la scissione di
determinati legami (è questo fa la specificità dell'enzima stesso).
La scissione catalitica di un legame da parte di un enzima avviene su un
cosidetto sito catalitico presente sull'enzima stesso. Pensare di chiarire
in questo contesto
la natura di questo sito catalitico è una follia tuttavia bisogna dire che
la sua funzione può essere attivata (equindi esplicare la funzione
catalitica) o disattivata
(raggiungimento di una determinata concentrazione di uno dei prodotti della
degradazione enzimatica, o cambiamento della configurazione proteica
dell'enzima).
Quando nel nostro mash operiamo nel range di temperatura 48-52 "attiviamo il
sito catalitico delle proteasi" che incomincia a scindere i legami ammidici
delle proteine e non di altro. Se la sosta a queste temperature è lunga le
proteine saranno pesantemente peptonizzate (leggi ridotte a pezzetti). In
questo contesto aumenterebbe la concentrazione di azoto nel mosto (FAN).
Risultato sulla birra: corpo ridotto e schiuma poco persistente.
Quando trascorso uncerto tempo si decide disalire con la temp. oltre i 52 °C
nonsi faaltro che mettere fine all'azione delle proteasi erche per effetto
dell'aumento della temp esse vengono disattivate. Si affacciano sulla scena
le amilasi ........
Scusate lo sproloquio

Luigi
Post by Busto Brewers
Ciao a tutti gli ennegiisti.
Volevo condividere con voi una delle mie ultime pippe mentali. In
particolare si parla di mashing multistep.
Dunque: gli enzimi sono proteine. Noi, facendo lo step a 50°C attiviamo
delle proteasi che, per l'appunto, disintegrano le proteine.
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i maroni
anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In altri termini, la
durata del protein-rest influenza la durata del (o dei) saccharification
rest(s)?
Vabbè, forse è meglio che io torni a lavorare...
TEX dei BustoBrewers
TnT
2004-10-07 20:50:41 UTC
Permalink
Post by Busto Brewers
Ciao a tutti gli ennegiisti.
Volevo condividere con voi una delle mie ultime pippe mentali. In
particolare si parla di mashing multistep.
Dunque: gli enzimi sono proteine. Noi, facendo lo step a 50°C
attiviamo delle proteasi che, per l'appunto, disintegrano le proteine.
Ho capito lo spirito giocoso del "disintegrano", ma, nella certezza che la
tua è una domanda mascheratamente seria, si deve ricordare il fatto che gli
enzimi velocizzano il raggiungimento dell'equilibrio delle reazioni di
proteolisi, non le rendono né progressivamente più veloci né quantitative.
Venendo, anzi, a mancare mano mano il substrato e formandosi sempre più
prodotti la reazione (anche se di poco) rallenta, fino all'equilibrio.
Post by Busto Brewers
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i
maroni anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In
altri termini, la durata del protein-rest influenza la durata del (o
dei) saccharification rest(s)?
Secondo me, sicuramente cambia qualcosa, ma bisogna guardare la cosa dal
punto di vista dei grossi numeri. Quale è la probabilità che l'enzima
incontri un substrato amilasi tra l'infinità di proteine che ci sono? Quale
è la probabilità che ne alteri un numero tale da influenzare
significativamente le successive fasi di saccarificazione? Sicuramente, dal
punto di vista statistico, i legami peptidici saranno prima o poi tutti
ricombinati, ma nel frattempo ti sarà certamente finita la bombola di gas ed
i problema non sussiste più.
Post by Busto Brewers
Vabbè, forse è meglio che io torni a lavorare...
TEX dei BustoBrewers
i'm gonna be dreamin' in a while, instead.
domani rileggo il mio post popolar-cinetico-temodinamico-biochimico e
deciderò se ho fatto o meno una figuraccia.
Suerte

TnT di nessuno


---
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L.Serpe
2004-10-08 07:37:06 UTC
Permalink
Post by TnT
Post by Busto Brewers
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i
maroni anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In
altri termini, la durata del protein-rest influenza la durata del (o
dei) saccharification rest(s)?
Secondo me, sicuramente cambia qualcosa, ma bisogna guardare la cosa dal
punto di vista dei grossi numeri. Quale è la probabilità che l'enzima
incontri un substrato amilasi tra l'infinità di proteine che ci sono? Quale
è la probabilità che ne alteri un numero tale da influenzare
significativamente le successive fasi di saccarificazione? Sicuramente, dal
punto di vista statistico, i legami peptidici saranno prima o poi tutti
ricombinati, ma nel frattempo ti sarà certamente finita la bombola di gas ed
i problema non sussiste più.
I siti catalitici degli enzimi sono altamente specifici per le reazioni di
catalisi che esercitano.
Se non fosse così il mash o qualsiasi altro processo biochimico sarebbe un
campo di battaglia dove tutti combattono contro tutti.
Il fatto è che in determinate condizioni (di pH, di temperatura, "di
salinità") sono attive determinate proteine che con il loro specifico sito
catalizzano la reazione di decomposizione o di sintesi di soli determinati
tipi di legami

Salutoni
Luigi

"fate la birra non fate la chimica"
TnT
2004-10-08 08:50:46 UTC
Permalink
Post by L.Serpe
Post by TnT
Post by Busto Brewers
La domandona è: esagerando nel protein-rest, non vado a rompere i
maroni anche ai successivi step di saccarificazione (60-70°C)? In
altri termini, la durata del protein-rest influenza la durata del (o
dei) saccharification rest(s)?
Secondo me, sicuramente cambia qualcosa, ma bisogna guardare la cosa
dal punto di vista dei grossi numeri. Quale è la probabilità che
l'enzima incontri un substrato amilasi tra l'infinità di proteine
che ci sono? Quale è la probabilità che ne alteri un numero tale da
influenzare significativamente le successive fasi di
saccarificazione? Sicuramente, dal punto di vista statistico, i
legami peptidici saranno prima o poi tutti ricombinati, ma nel
frattempo ti sarà certamente finita la bombola di gas ed i problema
non sussiste più.
I siti catalitici degli enzimi sono altamente specifici per le
reazioni di catalisi che esercitano.
Se non fosse così il mash o qualsiasi altro processo biochimico
sarebbe un campo di battaglia dove tutti combattono contro tutti.
E chi ha detto che le beta glucanasi, le pepdtidasi o le proteasi (ed il
resto) si mangiano la plastica del fermentatore?
Si sarebbero chiamate plasticasi! ;-)
Post by L.Serpe
Il fatto è che in determinate condizioni (di pH, di temperatura, "di
salinità") sono attive determinate proteine che con il loro specifico
sito catalizzano la reazione di decomposizione o di sintesi di soli
determinati tipi di legami
Stai ribadendo l'ovvio. Le domande di Tex non credo che fossero: "gli enzimi
proteolitici fanno anche il lavoro delle amilasi, cioè di scissione degli
amidi oltre che delle proteine?" e "gli enzimi proteolitici rompono il
doppio legame C=O carbonilico o carbossilico?" e "se alzo la temperatura,
continuano a lavorare?"
Lo sa di suo. Garantito.
Il suo post l'ho interpretato così: "se prolungo il protein rest, gli enzimi
proteolitici (tenuti sempre nelle giute condizioni di pH, temperatura, etc.,
questo è chiaro) mica vanno a scindere (negli opportuni siti cataliti
attivati degli enzimi proteolitici stessi, questo è chiaro) anche le
amilasi, che sono proteine anch'esse (altrimenti gli enzimi proteolitici non
gli potevano fare niente, questo è chiaro)?
Riformulo la mia considerazione: certamente gli enzimi proteolitici possono
scindere le amilasi, ma le devono prima beccare. E tra le tante proteine che
ci sono non riescono a beccarle tutte, in tempi ragionevolmente brevi.
Addendum:
1) beccare = avere la giusta interazione sito attivo-substrato.
2) è ovvio che se le beccano e se i siti catalitici sono attivi per le
giuste condizioni di pH, temperatura, etc, esse scindono solo determinati
legami e non le disintegrano totalmente.
Se, poi, nel post Tex non intendeva quello che ho inteso io, ho
semplicemente parlato di altre cose.
Post by L.Serpe
Salutoni
Luigi
"fate la birra non fate la chimica"
Perchè? Non sai che si possono fare entrambe contemporaneamente? Addirittura
si può fare anche altro! ;-)

Suerte


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Busto Brewers
2004-10-08 09:23:33 UTC
Permalink
Post by TnT
Stai ribadendo l'ovvio. Le domande di Tex non credo che fossero: "gli enzimi
proteolitici fanno anche il lavoro delle amilasi, cioè di scissione degli
amidi oltre che delle proteine?" e "gli enzimi proteolitici rompono il
doppio legame C=O carbonilico o carbossilico?" e "se alzo la temperatura,
continuano a lavorare?"
Lo sa di suo. Garantito.
In effetti dopo tre anni di dottorato sugli enzimi, comincio a capirne
qualcosina... :-))
Post by TnT
Il suo post l'ho interpretato così: "se prolungo il protein rest, gli enzimi
proteolitici (tenuti sempre nelle giute condizioni di pH, temperatura, etc.,
questo è chiaro) mica vanno a scindere (negli opportuni siti cataliti
attivati degli enzimi proteolitici stessi, questo è chiaro) anche le
amilasi, che sono proteine anch'esse (altrimenti gli enzimi proteolitici non
gli potevano fare niente, questo è chiaro)?
Centro!
Post by TnT
Riformulo la mia considerazione: certamente gli enzimi proteolitici possono
scindere le amilasi, ma le devono prima beccare. E tra le tante proteine che
ci sono non riescono a beccarle tutte, in tempi ragionevolmente brevi.
Sicuramente questo è un fattore statistico ragionevole. Quello che però mi
chiedevo era "chissà se qualcuno ha mai osservato una correlazione tra un
protein rest troppo lungo e una saccarificazione faticosa". Probabilmente i
tempi in gioco sono troppo brevi e le variabili troppe, però...
Post by TnT
Post by L.Serpe
"fate la birra non fate la chimica"
Giammai! L'una aiuta l'altra.

Ciao
BBTex
Leonardo Di Vincenzo
2004-10-08 10:08:06 UTC
Permalink
Ciao
Post by Busto Brewers
Sicuramente questo è un fattore statistico ragionevole. Quello che però mi
chiedevo era "chissà se qualcuno ha mai osservato una correlazione tra un
protein rest troppo lungo e una saccarificazione faticosa". Probabilmente i
tempi in gioco sono troppo brevi e le variabili troppe, però...
Ti posso riportare un'esperienza personale che mi è accaduta durante una
cotta in un microbirrificio a Roma. Durante la fase del protein rest quindi
intorno ai 50 gradi il generatore di vapore si è guastato ed è stato
possibile ripararlo il giorno successivo...lottando in qualche maniera siamo
riusciti a mantenere la temperatura sui 50°C. Per avitare problemi con l'UTF
per spiegarli i motivi di buttare il malto, decidemmo di continuare senza
aggiunta di altro malto. Bene il risultato fu quello di una normale
saccarificazione in tempi del tutto paragonabili alle altre cotte. La birra
c'è da dire non venne un granchè..schiuma inesistente...tannini a mille
corpo pressochè inesistente...insomma non credo sia una procedura valida.

A questo posso portare una spiegazione biochimica. Escluse le peptidasi che
chiaramente hanno una specificità per i piccoli peptidi. La maggior parte
delle proteasi sono costituite da proteasi acide, tiol peptitasi e proteasi
a serina. Le quali hanno diverse modalità di attacco (dal C-terminale, o
dall'N-terminale, in presenza di particolari residui tipo aromatici e così
via) e di rottura del legame peptidico. Ma una cosa importante su cui
bisogna riflettere è il fatto che in natura durante la germinazione
dell'orzo analogamente le proteasi sono attive per degradare le proteine con
ruolo strutturale e difficilmente attaccano altri enzimi. Questo può
avvenire mediante modificazioni con legami crociati o meccanismi di
fosforilazione o altre modificazioni come acetilazioni e via che possono
rendere la regione labile all'attacco delle proteasi inaccessibile, ed in
questa maniera non vengono degradate. Questo è un tipico esempio di
meccanismi di fine regolazione che troviamo nelle cellule. Poi chiaramente
il discorso si potrebbe ampliare ed aggiungere tutte le modificazioni
strutturali che gli enzimi assumono in condizioni non native ed a
temperature non fisiologiche come quelle di tutti gli enzimi che lavorano
durante le reazioni che avvengono nelle nostre pentole.

Spero di non essere andato troppo OT e spero di essere stato utile ad un
thread cos' interessante.

Cari saluti

Leonardo
Post by Busto Brewers
Post by L.Serpe
"fate la birra non fate la chimica"
Giammai! L'una aiuta l'altra.
Ciao
BBTex
Busto Brewers
2004-10-08 16:11:35 UTC
Permalink
[megacuttonissimo]

Grande risposta, grazie mille!

BBTex
TnT
2004-10-08 20:13:38 UTC
Permalink
Post by Leonardo Di Vincenzo
Ciao
[cut]
Post by Leonardo Di Vincenzo
Spero di non essere andato troppo OT
anzi!
Post by Leonardo Di Vincenzo
e spero di essere stato utile ad
un thread cos' interessante.
[cut]

grazie per una risposta così esplicativa.
suerte




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Nicola Fiotti
2004-10-08 12:32:14 UTC
Permalink
Post by Busto Brewers
Post by TnT
Il suo post l'ho interpretato così: "se prolungo il protein rest, gli
enzimi
Post by TnT
proteolitici (tenuti sempre nelle giute condizioni di pH, temperatura,
etc.,
Post by TnT
questo è chiaro) mica vanno a scindere (negli opportuni siti cataliti
attivati degli enzimi proteolitici stessi, questo è chiaro) anche le
amilasi, che sono proteine anch'esse (altrimenti gli enzimi proteolitici
non
Post by TnT
gli potevano fare niente, questo è chiaro)?
Centro!
Post by TnT
Riformulo la mia considerazione: certamente gli enzimi proteolitici
possono
Post by TnT
scindere le amilasi, ma le devono prima beccare. E tra le tante proteine
che
Post by TnT
ci sono non riescono a beccarle tutte, in tempi ragionevolmente brevi.
Sicuramente questo è un fattore statistico ragionevole. Quello che però mi
chiedevo era "chissà se qualcuno ha mai osservato una correlazione tra un
protein rest troppo lungo e una saccarificazione faticosa". Probabilmente i
tempi in gioco sono troppo brevi e le variabili troppe, però...
Due brevi contributi alla discussione:
a) mi ha sempre attratto l'idea di fare una schiuma abbondante nella
birra, per cui ho cercato ... di prolungare il protein rest. Questo
perchè quando facevo bollire il mosto osservavo un'abbondante formazione
di coaguli che ho interpretato come coaguli di proteine. Mi pareva che
tanto ben di dio fosse sprecato, e visto che la capacità di coagulare
(mi pare di ricordare, ma i chimici sanno meglio di me se è vero)
è funzione della dimensione di una proteina ho pensato di dare
"carta bianca" alle proteasi.
I risultati non sono da buttare via: la schiuma non è male e la
saccarificazione non sembra risentire negativamente del prolungamento
del protein rest. Personalmente lo prolungo fino a 30 minuti,
a 50°C (+/- 3), tenendo il mosto piuttosto concentrato e a pH intorno
a 5-5.5.
Credo che le differenze nel mashing (pentole, sistema di riscaldamento,
controllo della temperatura, inerzie termiche legate al diverso volume
del batch, per non parlare dei malti) possano rendere difficilmente
paragonabili i tempi del protein rest di ognuno di noi. Temo ci sia
solo la sperimentazione diretta.

b) La spiegazione che mi sono dato della buona efficienza, tutto
sommato, della mia saccarificazione è che noi utilizziamo enzimi che
hanno una loro funzione biologica anche se il nostro chicco non diventa
malto. La selezione naturale dell'orzo dovrebbe aver fornito al nostro
amato cereale proteasi che hanno la massima efficienza nei confronti
delle strutture proteiche che fanno da sostegno agli amidi e minima
verso proteine di altra origine o con altra funzione.
Dall'altra parte la specie ha avuto un vantaggio anche da amilasi
in grado di resistere alle proteasi o per lo meno alle proteasi
che degradano le strutture intorno all'amido. Il vantaggio biologico
dovrebbe essere importante:
risparmio nella sintesi di proteine (che ha sempre un costo energetico)
e migliore controllo della saccarificazione, senza interferenza da
parte di elementi estranei alla degradazione degli zuccheri.
Purtroppo il punto b) resta speculazione ...
Saluti
Nicola Fiotti
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Busto Brewers
2004-10-08 16:15:49 UTC
Permalink
Post by Nicola Fiotti
a) mi ha sempre attratto l'idea di fare una schiuma abbondante nella
birra, per cui ho cercato ... di prolungare il protein rest. Questo
[cut]
Post by Nicola Fiotti
Credo che le differenze nel mashing (pentole, sistema di riscaldamento,
controllo della temperatura, inerzie termiche legate al diverso volume
del batch, per non parlare dei malti) possano rendere difficilmente
paragonabili i tempi del protein rest di ognuno di noi. Temo ci sia
solo la sperimentazione diretta.
Uhm... questo va un po' in controtendenza a quanto sapevo, cioè che un
protein rest lungo cazziasse la schiuma. Anche per esperienza personale, una
wit fatta con un rest di 15 minuti ha decisamente più schiuma di una con un
rest di 30.
Forse si collega al fatto delle variabili strumentali, per cui i miei 15
minuti "equivalgono" ai tuoi 30.
Post by Nicola Fiotti
b) La spiegazione che mi sono dato della buona efficienza, tutto
sommato, della mia saccarificazione è che noi utilizziamo enzimi che
hanno una loro funzione biologica anche se il nostro chicco non diventa
malto.
Anche a questo non avevo pensato.
Grazie mille anche a te. Sono decisamente contento per l'esito di questo mio
post che all'inizio mi sembrava un po' troppo "accademico".
Veramente interessante.

Ciao
TEX dei BustoBrewers
L.Serpe
2004-10-08 22:34:56 UTC
Permalink
Senza spostarmi dalle considerazioni tanto ovvie per qualcuno e fuori da
ogni polemica o pretesa di "insegnamento", credo sia necessario chiarire con
le giuste parole alcuni concetti che si stanno sviluppando in questa
discussione al fine di renderla proficua.
Partiamo dalla definizione di proteina. Essa è si una combinazione
sequenziale di vari amminoacidi ma è soprattutto una "forma", in altre
parole, è una struttura tridimensionale. Per una proteina vi sono ben
quattro livelli di struttura:
Primaria che deriva dalla sequenza combinatoria degli amminoacidi
costitutivi;
Secondaria che deriva dalle varie interazioni tra i diversi amminoacidi
della catena che ne determinano l'avvolgimento o il ripiegamento nelle due
possibili varianti; l'alfa elica e il foglietto beta.
Terziaria quando le strutture di tipo secondario si ripiegano ulteriormente
Quaternaria quando una proteina e formata da più catene polipeptidiche
tenute insieme da legami chimici di diversa natura (esempi di proteine
aventi struttura quaternaria sono l'emoglobina e numerosi enzimi - guarda
caso)
Le combinazioni pressoché infinite con cui si possono legare e allineare gli
amminoacidi nonchè la forma tridimensionale della proteina che ne deriva
spiegano la grande diversità di compiti svolti da queste importanti
molecole.
Con questi elementi possiamo cimentarci in una migliore comprensione del
ruolo e delle funzioni degli enzimi che, come già in altre parti detto, sono
anch'essi delle proteine; proteine globulari che hanno la capacità di
combinarsi con altre sostante, dette generalmente substrati, al fine di
rendere possibile reazioni chimiche altrimenti impossibili.
Una proprietà molto importante definisce la specificità di azione degli
enzimi e cioè che il legame tra substrato ed enzima può formarsi unicamente
sulla base della complementarietà esistente tra la struttura dell'enzima e
quella del substrato stesso. Il legame tra i due avviene esclusivamente in
una particolare regione della struttura tridimensionale dell'enzima,
conformata in modo da adattarsi alla struttura tridimensionale del
substrato.
Questa corrispondenza tra le due strutture delle molecole è talmente precisa
che il legame tra l'enzima e il substrato viene paragonato al legame
esistente tra una chiave e la serratura corrispondente.
In base a ciò il riconoscimento tra il substrato e l'enzima nasce da un
interazione strutturale tra le due molecole e porta alla formazione del
cosiddetto complesso enzima-substrato sul cui sito catalitico si realizza
un'avvicinamento dei centri reattivi dei reagenti che possono reagire tra
loro; infine, il complesso enzima-substrato si scinde ripristinando l'enzima
che come ogni altro catalizzatore non viene consumato nel corso della
reazione.
Le descrizioni dei meccanismi potrebbero essere ovviamente, anche più
profondi e complessi.
Una domanda potrebbe nascere spontanea. Ma tutto questo che cosa ha a che
fare con la birra, o volendo essere più specifici, tutto questo che centra
con proteasi, amilasi, rese in saccarificazione, distruzioni indifferenziate
di proteine (leggi amilasi) ad opera di affamati enzimi,
.........statistica........
Eccome che ha a che fare!
Le proteasi che lavorano nel rest proteico, per fatti legati alla loro
struttura, agiscono solo su proteine quali le albumine, glutine e
polipeptidi vari provenieti da proteine già degradate dalla maltazione e non
su altro, plastiche o amilasi comprese.
Quindi le proteasi del rest 48-52 non possono attaccare le amilasi o il
restante universo proteico, solo per una loro semplice e "ovvia"
incompatibilità strutturale con il resto del mondo proteico. L'esperienza
citata da Leonardo docet come docettano tutte le altre esperienze di chi non
si vede diminuire la resa in saccarificazione ma solo la qualità e la
persistenza della schiuma se aumenta la durata del rest proteico. Ci sarebbe
ancora da dire su quei quattro gradi che fanno la differenza tra 48 e 52
ma.......
ringrazio per la pazienza avuta e mi scuso per la lunghezza

Luigi

marcolino83
2004-10-07 20:54:32 UTC
Permalink
Post by Busto Brewers
In altri termini, la
durata del protein-rest influenza la durata del (o dei) saccharification
rest(s)?
Vabbè, forse è meglio che io torni a lavorare...
TEX dei BustoBrewers
secondo me si... infatti si diceva di fare al massimo 15 minuti
ciao!
....buon lavoro
--
Marcolino

per scrivermi: megamarco_chiocciolina_tele2.it
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